sabato 27 febbraio 2016

Il caffè sospeso


« Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo.
È come offrire un caffè al resto del mondo… »
(Luciano De Crescenzo, Il caffè sospeso)


Il caffè sospeso è un’usanza nata a Napoli durante la seconda guerra mondiale. Per solidarietà in un momento critico della storia italiana, chi poteva pagava alla cassa il proprio caffè e ne aggiungeva un altro da lasciare in sospeso, destinato a chiunque lo chiedesse. Visto che dal 2008 viviamo ancora una volta un momento di profonda crisi, l’idea è stata ripresa, e si è diffusa più o meno in tutte le città italiane, anche grazie alla Rete del caffe sospeso, nata nel 2010 per volere di fondatori quali il celebre Caffè Gabrinus di Napoli. In questo momento mi trovo nella più amena provincia bergamasca, con un reddito procapite tra i più alti del Paese, ma anche qui, in molti bar, si può regalare un caffè o un’intera colazione a chi ne ha bisogno (o, comunque, a chi la chiede). Negli ultimi anni anni hanno aderito anche tre bar all’estero, uno in Spagna, uno in Svezia e uno in Brasile. Esiste anche una giornata dedicata al caffe sospeso, il 10 dicembre, e l’idea ha valicato anche i confini dei bar: si fa in una pizzeria napoletana, e addirittura nei negozi di una catena di librerie, laFeltrinelli, che offre così ristoro gratis anche alla mente di chi è in difficoltà.

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