domenica 8 novembre 2015

San Gregorio Armeno

Siamo ad un passo dalle festività natalizie, e da sempre chi arriva a Napoli per queste vacanze ha una tappa obbligata, visitare la famosissima via dei presepi, via San Gregorio Armeno.
Ogni anno infatti, turisti ed i napoletani stessi, affollano la strada nel periodo delle festività per visitare e acquistare i pastori fatti a mano, famosi in tutto il mondo per la loro arte, dove i maestri presepiali mostrano tutta la loro bravura con le statuine classiche e quelle di personaggi famosi.


La storia dei presepi di San Gregorio Armeno è legata alla omonima chiesa. Durante il periodo romano la zona fù sede di un tempio dedicato a Cerere, la dea delle messi, sul quale sia stata poi edificata la Chiesa di San Gregorio Armeno.
La popolazione offriva come ex voto delle statuette in terracotta alla divinità, realizzate nelle botteghe di artigiani ben diffuse su questa strada. Dunque la stessa nascita del presepe napoletano trarrebbe origine secondo alcuni dalla fabbricazione di questi oggetti in onore di Cerere dopo il successivo avvento del Cristianesimo.

Il primo presepe napoletano verrà però concepito solo alla fine del Settecento e questa tradizione 
continua ancora oggi.
I pastori del presepe napoletano sicuramente si identificano con antiche figure religiose, ed hanno forti significati simbolici. I maestri artigiani da secoli lavorano nelle loro botteghe e sono tra i più bravi al mondo, e rendono famosa nel mondo una tradizione che è tutta napoletana. Oltre alla figure tradizionali quello che distingue il presepe napoletano da tutti gli altri è la personalizzazione di tutti i personaggi pubblici italiani e stranieri che hanno avuto particolare rilevanza durante l’anno, e soprattutto nell’immediato periodo delle festività e che hanno quindi l’onore di essere immortalati con una statuina. Tra le figure più presenti si conferma ogni anno la figura di Diego Armando Maradona, il più grande calciatore di tutti i tempi,nonchè la solita statuina di Berlusconi spesso in compagnia delle sue “fidanzatine”.Da qualche anno ha fatto anche la sua comparsa nel presepe napoletano anche Beppe Grillo.

Per arrivare a San Gregorio Armeno dalla stazione centrale si deve attraversare l’antistante piazza Garibaldi per raggiungere Corso Umberto (comunemente chiamato Rettifilo). Dopo dieci minuti di cammino si arriva all’altezza di via Duomo, e la si sale fino ad arrivare all’altezza di Spaccanapoli o, poco dopo, di via dei Tribunali. La scelta di dove girare è indifferente, in quanto la strada collega i due decumani perpendicolarmente. In alternativa, sempre dalla stazione centrale, potete prendere la metro linea 1 e scendere a piazza Dante. Da lì proseguite per Port’Alba e lungo via dei Tribunali. L’occasione è ottima per visitare i pezzi più belli del centro storico: dalla Chiesa del Gesù Nuovo, nell’omonima piazza, al Chiostro di Santa Chiara, dalla Cappella Sansevero a Napoli Sotterranea. Ma soprattutto è il momento migliore per fermarsi a mangiare in una delle pizzerie dei Tribunali, che sono conosciute per essere le migliori di Napoli. Ricordate che molte di esse fungono anche da ristoranti, e potete quindi assaggiare le specialità della cucina napoletana. Senza dimenticare, naturalmente, di fare un salto nelle pasticcerie per gustare i dolci della tradizione natalizia locale: struffoli, mustacciuoli e roccocò.

mercoledì 4 novembre 2015

Il Cimitero delle Fontanelle



IL CIMITERO DELLE FONTANELLE È UN'ENORME CAVA DI TUFO NELLA SANITÀ CHE OSPITA GLI ANTICHI RESTI OSSEI DI DEFUNTI DEI CETI SOCIALI PIÙ BASSI

Un luogo tra magia, esoterismo e tradizione che racconta misteri e stranezze di Napoli attraverso culti pagani non consentiti dalla Chiesa e la pietà delle abitanti della zona che nel tempo si sono prese cura dei più sfortunati. Le cavità tufacee della nostra città cullano ricordi e segreti della Napoli che fu. E così, da una semplice porticina si accede a un tunnel che ci porta sotto, in luoghi inesplorati fino a un decennio fa, e conosciuti solo da chi ci abitava accanto e forse da qualcuno a Palazzo San Giacomo. Questi cunicoli tortuosi risalgono a tantissimi anni fa e sono stati sviluppati nel corso dei secoli per servire esigenze strategiche legate al trasporto/fuga della famiglia reale di turno.

E sono stati riutilizzati come ricoveri anti-bombardamento durante la seconda guerra mondiale. Questi passaggi percorrono le arterie principali della città e mettono in comunicazione zone superficialmente distanti, con sorprendente rapidità ed efficenza. E girando di qua e di là ci si imbatte in rirovamenti dal gusto esoterico, figli di culti pagani che la Chiesa ha abbondantemente sconfessato: il cimitero delle fontanelle e le anime pezzentelle sono uno straordinario esempio di queste "impertinenze". Il sito, che si trova nel quartiere Sanità, risale al XVI secolo: in questo periodo Napoli fu sconvolta da rivolte popolari, carestie, terremoti e addirittura cinque eruzioni del Vesuvio.


I cadaveri delle vittime che non potevano permettersi degna sepoltura venivano qui raccolti: all'interno delle cave di tufo, che fino all'Ottocento hanno fornito i materiali da costruzione per palazzi e ville di tutta la città e che oggi sono adibite ad usi più disparati. Il cimitero rimase poi abbandonato fino al 1872, quando il parroco della chiesa di Materdei, con l'aiuto di donne del popolo, riordinò le ossa nello stato in cui ancora oggi si vedono e preservano, seppur tutte anonime, ad eccezione di due scheletri: quello di Filippo Carafa Conte di Maddaloni e di Donna Margherita Petrucci; entrambi riposano in bare protette da vetri.

Oggi, il cimitero, dopo vari riutilizzi (le cavità partenopeee hanno funzionato anche come deposito per mezzi e merci sequestrate) è un insolita meta turistica per napoletani e non, grazie al macabro fascino che evoca tra intrighi, miracoli e culti sotterranei.

domenica 10 maggio 2015

10 Maggio 1987 - Napoli Campione d'Italia.


28 anni fa, dopo 61 anni d'attesa, il Napoli vince il suo primo scudetto. Con un pareggio al San Paolo contro la Fiorentina (1-1), Maradona e compagni regalarono il 1° scudetto della storia azzurra alla città.
"ROMA - Uno scudetto atteso 61 anni. Anno di fondazione 1926, primo tricolore nel 1987. Quel 10 maggio è nella storia, per sempre. La rete di Carnevale, quella di Roberto Baggio, la prima in serie A. Un Napoli-Fiorentina (1-1) da consegnare agli annali, Maradona, dopo il Mondiale vinto in Messico, a far gioire una città intera, che poi bisserà la festa un mese dopo a Bergamo contro l’Atalanta, quando arriva anche con la Coppa."

Oggi, dopo 28 anni, vogliamo ricordare quella stupenda frase “Napoli, sei nella storia” con il quale il Corriere dello Sport-Stadio apriva all'indomani del primo scudetto. Era il Napoli di Ferlaino, del dg Italo Allodi, del ds Pierpaolo Marino e del tecnico Ottavio Bianchi, ma era soprattutto il Napoli di Maradona, Bruscolotti, Carnevale, Garella, Bagni, Renica, Giordano.





La squadra.

Portieri: Garella, Di Fusco, Taglialatela
Difensori: Bigliardi, Bruscolotti, Carannante, Ferrara, Ferrario, Filardi, Lampugnani, Marino, Renica, Volpecina
Centrocampisti: Bagni, Caffarelli, Celestini, Cioffi, De Napoli, Muro, Romano, Sola
Attaccanti: Carnevale, Castellone, Giordano, Maradona


Allenatore: Bianchi


Omaggio a Massimo Troisi. (19/02/1953 - 04/06/1994)

I eri ricorreva la scomparsa premature del grande Massimo Troisi, (San Giorgio a Cremano, 19 febbraio 1953 – Roma, 4 giugno 1994). Principal...